„Allora cosa abbiamo fatto? Amavo l'acqua, la luce, il sole, le mattine estive, i porti, la dolcezza delle serate sulle colline, e tante altre piccole cose insignificanti, come quell'olivo contorto nella baia di Fethiye, che ancora ricordo , oppure la scalinata bianca e azzurra, fiancheggiata da due fontane, del paese non so pugliese. Non mi dispiace di essere venuto al mondo, né di dover tornare in qualcosa di completamente sconosciuto, di cui, grazie a Dio, nessuno è riuscito a scoprire una sola virgola. La vita sembrava meravigliosa e opportunamente lunga. Sono stato fortunato. Grazie. Ho commesso errori ed errori. Perdono. Pensa a me di tanto in tanto. E quando non ci sarò più, saluta il mondo al posto mio, perché è la macchina più grande per versare lacrime di sangue e raggiungere una felicità pazzesca. […]
L'unica cosa chiara in tutta questa storia è che il filo rosso del nome D'Ormesson si perde rapidamente in una ragnatela di fili di tutti i colori, in una foresta terribilmente fitta di casati e di parentele, in un labirinto di discese e discese, tra cui innumerevoli viali abbaglianti, vicoli bui, vengono tracciati e mantenuti sentieri perduti, strade che convergono, divergono e talvolta corrono parallele, passaggi, incroci, tangenziali e sotterranei. Questi D'Ormessons, di cui sono orgoglioso di portare il nome, sono solo una goccia d'acqua nell'oceano del mio passato, una manciata di sabbia su una spiaggia immensa, a lungo deserta, poi sovraffollata, carica di personaggi leggendari, di vacanzieri anonimi, turisti frettolosi e camminatori disorientati. […]
I confini si stanno disintegrando. I sessi non sono più distinti. Le razze si mescolano fino a confondersi. cosa stavi dicendo? Eh sì: i valori stanno scomparendo, abbiamo perso i nostri punti di riferimento. E non ci sono più stagioni.
Sono îin declino: la nazione; autorità; la tradizione; îconoscenza condivisa; regole immutabili; il buon senso, divenuto, per la forza nascosta delle cose, perché la Terra non è piatta, perché lo spazio è curvo, sinonimo di stupidità; il passato; eredità; matrimonio; i rituali; ortografia; grammatica; latino e greco; Letteratura francese; punto e virgola; inverno; forse anche le bionde?
Sono in aumento: fisica matematica; biologia; salute; mezza età; le invenzioni; i giochi; l'ironia; scherno; secondo, terzo, quarto livello; complessità; i trasporti; elettronica; tessili; opinione pubblica; una lingua inglese decaduta al livello più basso; umanitarismo; universalità; estate. […]
Un certo protocollo non scritto viene rigorosamente seguito al tavolo. Anche nei periodi di povertà, i piatti di Sèvres o Compagnie des Indes, eredità di una bisnonna o di un prozio scomparsi senza discendenti, erano affiancati dall'argenteria con le insegne di famiglia, quanto restava del libro debiti, bancarotta o altre avventure bizzarre. Una regola fondamentale, di cui nessuno conosceva l'origine, ma nessuno avrebbe osato violare, diceva che questa argenteria – innumerevoli forchette, coltelli, cucchiai e usi precisi che dovevi conoscere – potrebbe essere appoggiato sul tavolo o sul piatto, ma mai – Dio non voglia! –, metà sul tavolo e metà nel piatto. Se qualcuno di noi, eccezionalmente, per goffaggine o disattenzione, avesse lasciato la forchetta in bilico tra il tavolo ed il bordo del piatto, la reazione immediata sarebbe stata: "Jacques!" o "Jean!" o "Henry!". E il colpevole avrebbe spinto velocemente lo strumento verso il centro della targa immemorabile che aveva davanti. Nessuno lascia mai un cucchiaino in piedi in una tazza o in una ciotola. Doveva essere posizionato accanto alla tazza, sul piattino o sul piattino.“
Jean d'Ormesson
Autore
Jean d'Ormesson (1925-2017) è una delle grandi figure dell'arte contemporanea Letteratura francese. Romanziere, saggista e filosofo, è spesso evocato come l'eternamente "felice", grazie alla sua serenità a lungo coltivata culturalmente. Nato a Parigi, in una famiglia aristocratica, dove le visioni di destra e di sinistra si calibravano attraverso il filtro del cattolicesimo, il conte Jean Bruno Wladimir François de Paule Le Fèvre d'Ormesson studiò filosofia nelle scuole normali superiori. Tra il 1974 e il 1977 diresse il prestigioso quotidiano Le Figaro. Nel 1973 divenne membro dell'Accademia di Francia, assumendo la presidenza di Jules Romains, dopo aver ottenuto, nel 1971, il primo premio per la il romanzo dell'Accademia di Francia, per La Gloire de l'Empire.